Signori e Signore, Buon Natale… anzi, no!
L’Unione Europea vieta la parola Natale.
Prosegue l’ondata di follia della “cultura della cancellazione “e del politicamente corretto. Sarebbe tutto ridicolo se non fosse un’operazione serissima di distruzione programmata di tutte le radici culturali, etiche e spirituali della nostra civiltà. L’Unione Europea vieta nella propria comunicazione la parola Natale. Così pretendono le famigerate “linee guida” per una “corretta comunicazione”.
La lucida follia dei soloni di Bruxelles afferma che “ogni persona ha il diritto di essere trattata in maniera uguale, senza riferimento al genere, etnia, razza, religione e orientamento sessuale. Il risultato concreto? “Devono sparire miss e mrs. sostituite da un generico ms. “Stupido, ridicolo, ma non grave. Le festività – continuano i giganti del pensiero europoide, “non dovranno essere più riferite a connotazioni religiose, come il Natale, ma citate in maniera generica. Si dovrà dire, ad esempio, le festività sono stressanti e non più il Natale è stressante. “
Stressanti, anzi insopportabili sono questi dottor Morte della nostra civiltà. Di grazia, perché celebriamo “la festività” del 25 dicembre? Chi nacque nella grotta di Betlemme? Un certo Gesù, che per molti è il figlio di Dio e per altri il fondatore di una storia che dura da oltre Duemila anni. Per non inquietare qualcuno, offendiamo noi stessi, la storia, la fede, la tradizione di cui siamo figli.
Volevamo l’Europa dei popoli e delle patrie, abbiamo avuto l’Europa dei mercanti, dei banchieri e degli smemorati. Siamo noi gli umiliati e gli offesi: non ne possiamo più e dobbiamo andare al contrattacco, a partire dalle parole.
Viva il Natale, viva la civiltà nata dall’uomo di Nazareth, abbasso le “festività”, abbasso chi cancella quello che siamo e ciò in cui crediamo.
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