Noi non dimentichiamo: 10 febbraio
Il 10 febbraio ricordiamo una grande tragedia italiana, la cacciata di centinaia di migliaia di italiani dell’Istria, di Fiume e di Zara, dalle terre che erano loro da millenni. Assassinii di massa, la tremenda fine di dieci, forse quindicimila persone gettate nelle cavità carsiche, le foibe. Uccisi perché italiani e perché anticomunisti. Una sorte che i partigiani rossi slavi riservarono anche a molti loro connazionali. E poi l’occupazione sanguinaria di Trieste, l’uccisione di personalità antifasciste non comuniste, l’orribile strage di Vergarolla nel 1946, bombe sulla spiaggia durante una festa patronale. Infine la fuga, dopo il trattato di pace del 1947. Città svuotate, storie di vite spezzate. I campi profughi, la vergognosa pessima accoglienza in Patria di povera gente che aveva perso tutto. Questo ricordiamo e ci vergogniamo della tenace negazione, della cattiva coscienza degli ultimi comunisti, di pessimi italiani che non vogliono chinare il capo in segno di rispetto di fronte ai morti, alle sofferenze, alla ferita dell’esilio.
Questo è il 10 febbraio: un monito, un grido di dolore, un segno di amore per la nostra gente. Viva l’ Italia, viva l’Istria.
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