La bandiera italiana compie 225 anni
Il 7 gennaio è il giorno della bandiera italiana. In genere, siamo piuttosto freddi verso le tante ricorrenze istituzionali, così stanche, ufficiali, non sentite e però obbligate, un fastidioso dovere del calendario. Onorare la bandiera, tuttavia, è giusto e bello. La bandiera è il simbolo per eccellenza di ciò che siamo e di tutto quello che ci unisce. Il tricolore italiano rappresenta noi – e solo noi – così come l’Union Jack rappresenta i britannici e la Croce federale è il simbolo degli svizzeri.
In un tempo che non sa più riconoscere i simboli e ciò che esprimono, rendere omaggio alla bandiera significa onorare noi stessi, celebrare – una volta tanto- il fatto di essere e sentirsi italiani, un sentimento che si fa mutuo riconoscimento. E’ un po’ come guardarsi allo specchio, notare anche i difetti, ma comunque riconoscersi, perfino rassicurarsi. La bandiera è identità, un segno concreto sulla mappa e nella storia. La bandiera siamo noi, i nostri padri e la volontà di continuare a essere ciò che siamo: cultura, lingua, sentimenti, costumi, lo specifico modo di vivere e di guardare il mondo degli italiani.
Va amata in quanto amiamo noi stessi, i nostri simili, chi ha il nostro volto, il nostro accento e chiama le cose allo stesso modo.
Negli ultimi tempi, dalle istituzioni più alte, troppe cose, troppi sacrifici, troppe eccezioni alla libertà sono state imposte mascherandole da dovere patriottico. Quei richiami interessati, insinceri vanno respinti, così come contrastiamo il cosiddetto “patriottismo costituzionale”, ossia il semplice, algido rispetto delle leggi che ci siamo dati in certo momento storico: un amore di seconda mano che non riscalda il cuore, il richiamo a un patriottismo finto, di maniera, che è conformismo obbligatorio, pensiero unico. Quel patriottismo apocrifo sa di applausi a comando ed è al servizio di qualsiasi bandiera; come disse Samuel Johnson, è l’ultimo rifugio delle canaglie.
Al contrario, l’amore di sé che la bandiera rappresenta viene dall’anima, non ha bisogno di richiami, di retorica né di parole d’ordine, è semplice e naturale come l’amore di un figlio per la madre (Madre Patria) e per il luogo natio, dove riposa chi ci ha preceduto (Patria, la terra dei Padri).
Perciò onoriamo la bandiera, il Tricolore che è nostro, patrimonio immateriale di tutti gli italiani, con emozione e con affetto: perché la bandiera siamo noi, gli italiani di ieri, di oggi e. vogliamo sperare, quelli di domani.
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