Ci meritiamo un Presidente Patriota
Inizia la battaglia per l’elezione del Presidente della Repubblica. Premesso che è nostra antica convinzione che dovrebbe essere il popolo intero a eleggere il capo dello Stato, la destra politica, per bocca di Giorgia Meloni, esige sia un “patriota”. Curiosa richiesta solo in apparenza. L’amore per l’Italia e il suo popolo dovrebbe essere elemento comune, caratteristica preliminare di chiunque aspiri a dirigerlo.
L’esperienza ci dice che così non è: la storia repubblicana (e le manovre di palazzo) ci hanno consegnato presidenti per i quali il patriottismo era un male ed altri indifferenti alla nazione. Per questo, l’esigenza di un presidente patriota – ovvero non di parte, attento agli interessi e ai sentimenti del nostro popolo – è una necessità impellente, non uno stravagante slogan politico. Auguriamo buon lavoro ai “grandi elettori”, confermiamo la nostra preferenza per un presidente eletto dal popolo e ci permettiamo di ricordare quanto scrisse un grande economista e giurista scomparso a noi vicino, Giacinto Auriti:
“Nelle ultime pagine del Vangelo di San Giovanni è descritto quello che deve essere il fondamento della sovranità, perché quando Cristo parla a Pietro per tre volte gli pone la domanda: Pietro, mi ami tu? e solo dopo che Pietro gli ha risposto di sì per tre volte, Cristo gli dà il primato sulla Chiesa di Roma. Questo significa che non può e non ha il diritto di comandare un popolo se non chi lo ama “. (II Convegno del Centro di Studi Politici e Costituzionali, Rimini, 1-4 ottobre 1972).
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