Violenza mediatica: da Bestia a Mostro nel silenzio della sinistra pro DDL Zan
Lungi da me giustificare il comportamento privato di Luca Morisi, personaggio pubblico, geniale spin doctor delle relazioni social di Salvini. Ma tacere diventa impossibile di fronte ad un linciaggio strumentale, in cui lo si accusa anche di spaccio di droga e lo si attacca per le proprie preferenze sessuali proprio nel periodo in cui, la stessa sinistra che da “Bestia” lo trasforma in “Mostro”, proclama sostegno e chiede rispetto per il mondo LGTB. Proprio nei giorni in cui, l’indignazione per un gesto, certamente fuori luogo, ma non così violento come lo si sta dipingendo, accaduto ad una giornalista sportiva in Toscana, ha portato intere pagine di giornale a riempirsi di dichiarazioni buoniste in sostegno della vittima. Dove sta la coerenza?
La Procura della Repubblica sta archiviando il caso, ma il trattamento ricevuto da Morisi è, non solo inaccettabile, ma vergognoso. E la sinistra tace ed ha taciuto, probabilmente conscia il fatto aiutasse la propria campagna elettorale! E se “a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”, la tempistica appare ancor più sospetta: la notte brava, infatti, ha luogo il 15 agosto, ma la rivalsa mediatica ha atteso la settimana precedente le elezioni… La libertà sessuale decantata dalla sinistra è dunque solo un grimaldello per scassinare urne?
E la comunità omosessuale non si è dimostrata da meno: il valore delle proprie scelte, passa da sinistra. Nessuna solidarietà per Morisi, lasciato solo a rilanciare i propri diritti negati proprio da chi invochi il DDL Zan contro la violenza verbale.
I giornalisti, poi, sono caduti nel voyerismo più estremo, ricercando dettagli, violando chat e ricamando su particolari che nulla avevano a che fare con il presunto spaccio. Una vera e propria onda diffamatoria, di istigazione all’odio che giunge dal pulpito dei “giusti” nascosto dietro al “diritto all’informazione” che della privacy si beffa, nonostante il palese peso di condizionamento sociale ricoperto dalle testate.
Infine, visto il periodo di dispersione informativa e soprattutto valoriale, ecco il carico degli influencer, in particolare in rosa, e dei VIP prezzolati di sinistra con dita puntate e sentenze postate.
Insomma, vicenda finita? Assolutamente no. Anzi, si potrebbe dire che, per Morisi, sia solo all’inizio. E nulla può fare la mano tesa di Salvini. Seppur archiviato, il caso ha determinato lo svilimento della persona, segnandone il destino quasi certamente.
Qualcuno si scuserà con la vittima di tale violenza? Ci si renderà conto che una persona, buttata sulle prime pagine di giornali e televisioni, subisce un impatto emotivo e psicologico (e lavorativo) che ne segnerà l’intera l’esistenza? Certamente no. Basti vedere come titoli “La Republica” di oggi:
E nemmeno si può sperare sia l’ultimo di questi casi colorati di rosso.
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