Lamorgese senza Speranza, ma vede Draghi
Diceva Giorgio Almirante “bisogna sorridere quando la verità fiorisce sulle labbra di un avversario“.
Sorridiamo, almeno a mezza bocca, per le parole di Mario Draghi che ha definito pubblicamente insostenibile la situazione creata dai continui sbarchi in Italia. Colpa della scadente politica estera del suo Governo, specie nei riguardi della Libia, ma responsabilità primaria di Luciana Lamorgese, il ministro dell’Interno in quota PD. Già non ci piace affatto che un prefetto di carriera sia stato scelto per un ruolo tanto politicamente delicato – sa di Stato di polizia – ma la signora ministro è davvero al di sotto di ogni aspettativa.
Che cosa aspetta Draghi, se davvero è al di sopra delle beghe dei partiti, a cacciarla e mettere la gestione dell’ordine pubblico e il contrasto (finalmente!) degli sbarchi di clandestini in mani più capaci? La Lamorgese non riesce a impedire i rave party, focolaio di illegalità, spaccio di droga e traffici di ogni tipo, con gravi rischi anche per chi vi partecipa. Non ha saputo bloccare l’attacco alla CGIL (o magari qualche manina l’ha favorito per ragioni inconfessabili?) poi ha riferito in Parlamento che un poliziotto sopra un blindato verificava “la forza ondulatoria del mezzo”. Più comico che Zelig, ma non c’è niente da ridere. E’ incapace di tenere sotto controllo la criminalità, ma è rapidissima a vietare le manifestazioni avverse al governo. Forte coi deboli e i manifestanti pacifici, debolissima con i violenti e gli arroganti. Sul versante immigrazione, le cifre degli sbarchi sono da capogiro e sappiamo poco di altre rotte, a partire da quelle di terra, attraverso il confine orientale.
E’ un Governo senza speranze, ma con Speranza, purtroppo. E’ un Governo senza ministro dell’Interno, o meglio con un ministro che mette in imbarazzo lo stesso presidente del Consiglio. Se ne liberi, Supermario, per favore. Non diventeremo suoi sostenitori, ma almeno avrà fatto, per una volta, gli interessi del popolo italiano.
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